80 minuti e poi…

Rugby and more, from my point of view.


Goodbye Serie A

Dopo quasi due decenni di assidua frequentazione mi tocca salutare la Serie A ovale anche per quanto riguarda il raccontarla e commentarla: con la retrocessione della mia Pro Recco Rugby non avrò più il tempo di seguire questo campionato che ho amato moltissimo, che è stato prima molto bello e poi tanto maltrattato ma che, forse, intravede uno spiraglio di luce dal 2024/2025.

L’assassinio del campionato cadetto era iniziato con il passaggio dal criterio meritocratico a quello territoriale ed è stato poi compiuto sullo stile di Jack lo Squartatore con l’aggiunta del passaggio a trenta squadre: era un campionato bello, interessante, un’ottima prima tappa di crescita tra i grandi per i giovani di talento, ma poi è stato ridotto ad un torneo svuotato, impoverito in campo e fuori, così chiuso nelle sue zone territoriali e con così tante squadre.

Sembra non arrestarsi mai l’aumento del numero delle squadre: da ventiquattro a trenta, poi trentatre, quest’anno trentasei e nella prossima stagione addirittura quaranta, ma con una suddivisione diversa (finalmente).

“Ma non lo avevano chiesto le squadre il criterio territoriale, per ridurre i costi delle trasferte?”. La vecchia e bella serie A costava in trasferte assai più del TopXXX ma le società, a differenza di quelle del massimo campionato, non prendevano quei bei soldini dalla Federazione, quindi era di fatto economicamente parecchio impegnativo: da Recco si andava a Benevento, Udine, un paio di volte a Roma, più volte in Veneto, trasferte lunghe e in cui era necessario dormire fuori e quindi inevitabilmente molto costose. Purtroppo, invece di provare a dare un sostegno alle Società per mantenere il campionato bello e utile, si è optato per la via semplice ed economica, a discapito del campionato stesso e, in fin dei conti, di tutti quanti.

Questo per quanto riguarda il passato, mentre il presente parla di trentasei squadre suddivise in tre gironi territoriali da dodici. A fine campionato ci saranno i play off tra le prime classificate di ogni girone e la migliore seconda e la vincente verrà promossa in Serie A “Elite”, mentre le tre ultime in classifica faranno i play out per decidere la retrocessa in Serie B. (Potrei aprire e chiudere una parentesi sul fatto che il Recco con questa formula nel campionato scorso sarebbe stato salvo, ma impreco e vado avanti).

Il Girone 1 direi che fa piuttosto impressione e quindi, in effetti, per i miei Squali temo non sarebbe stato proprio uno spasso neanche questo campionato: Noceto, Parma, Calvisano, CUS Torino, Monferrato, Alghero, Parabiago, ASR Milano, CUS Milano, Biella, VII Torino, Amatori Milano. Perse in un colpo solo entrambe le squadre liguri, rimangono comunque rappresentate quattro regioni.

Il Girone 2 è tutto veneto tranne che per due squadre che si faranno trasferte non molto territoriali, soprattutto una, mentre tutte le altre praticamente giocano un torneo degli oratori: Petrarca cadetta, Valsugana, Patavium, Paese, Casale, Tarvisium, Viadana cadetta, Valpolicella, Verona, Badia, Villorba, Pesaro (!!!).

Il Girone 3 è simile ad un torneo dei quartieri di Roma più qualche ospite: Lazio, Cavalieri Prato, Rugby Roma, Civitavecchia, Capitolina, Napoli Afragola, Villa Pamphili, Primavera, Livorno, Avezzano, Unione Rugby Firenze (neonata da Firenze 1931 e Florentia), Paganica. Anche quest’anno la propaggine più meridionale del campionato è Napoli.

Il preannunciato futuro invece recita di quaranta squadre, di cui dieci in una nuova “A1” (meglio tardi che mai…) e le altre trenta in una “A2” territoriale: secondo me le squadre sono ancora troppe ma la ritrovata suddivisione tra A1 e A2, anche se è un po’ “un colpo al cerchio e uno alla botte”, è comunque finalmente una buona notizia, soprattutto il girone da dieci con criterio meritocratico. Così sarà la Serie A 2024/2025 e quindi alla fine del campionato 2023/2024 ci saranno suddivisioni, promozioni e retrocessioni un po’ articolate: formeranno la prima A1 le due squadre che retrocederanno dall’Elite e le prime tre classificate di ogni girone di A tranne ovviamente la squadra promossa in Elite.

Di conseguenza, anche la Serie B, mio nuovo “territorio”, allo stesso modo si ritrova quest’anno con un numero spropositato di squadre (quarantotto, in quattro gironi territoriali): saliranno nella futura A2 le prime classificate di ciascun girone mentre retrocederanno in serie C tre squadre tra le quattro che disputeranno i play out.

E cosa succederà alla Serie B nel 2024/2025? Le squadre diventeranno CINQUANTA (“la gallina canta!”, come diceva la mia amatissima nonna) con cinque gironi territoriali da dieci ciascuno, con cinque promozioni in A2 (le prime classificate) e otto retrocessioni in Serie C. Quindi qui niente B1 e B2 ma solo un numero sconfinato di squadre.

Insomma, saluto la Serie A sperando sia solo un arrivederci, mi lancio nella conoscenza della Serie B, sono contenta di vedere finalmente rinascere A1 e a2 seppur con troppe squadre e mi chiedo grattandomi la testa a chi e a cosa possa mai servire un campionato territoriale composto da cinquanta squadre senza essere la Serie C.

Buon rugby a tutti e sempre forza Recco!

(Nota: articolo pubblicato anche su NPR/Delinquenti e Ovalmente)



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