Dopo Mogliano (qui) e dopo un altro raro sabato casalingo nel quale mi sono guardata in tutto relax il Top12 (fu Eccellenza, fu Super10), la mia attenzione è stata attirata da un’altra squadra: i Medicei. Non solo da oggi, a dire il vero!
La partita che mi sono guardata, tra le varie di giornata (1^ di ritorno, per la cronaca), è stata Reggio Emilia (o Valorugby, come si chiama ora) vs I Medicei (Toscana Aeroporti Firenze): la (sorprendente) terza in classifica contro la sesta. Di sicuro non ho sbagliato la scelta: rugby vero, rugby intenso, rugby “di budella”, come piace a me. Ed in una specie di freezer, con la neve ammucchiata attorno al campo.
Contro Reggio, i Medicei, alla fine sconfitti in pieno recupero per 10-6 da una meta sul palo segnata dal Sig. Carlo Festuccia (anni 38, aquilano DOP, carriera internazionale di grandissimo spessore, tallonatore con le cosce più grandi del Gran Sasso e oggi allenatore del pack emiliano), hanno lottato come leoni e messo in enorme difficoltà un avversario arrivato in alto in classifica a suon di spettacolo e mete: primo tempo 3-6, secondo tempo con lo stesso parziale fino all’assalto finale degli emiliani, concluso dal colpo d’esperienza di Festuccia. Che partita, che bellezza!
I Medicei mi piacciono e me li sento vicini per diversi motivi: li ho incrociati in serie A (considerando il Firenze 1931, per un decennio!), apprezzo molto il progetto da cui sono nati e come sta crescendo, mi piace lo spirito di questa squadra ma, soprattutto, sono da anni una grandissima fan di coach Pasquale Presutti, che adoro in modo assoluto!
Lui e la sua idea di rugby sono vicinissimi a me, al rugby che amo, a quello che sento più mio. L’impronta Pro Recco Rugby mi porta lì: amore per la mischia, pochi fronzoli, spirito di gruppo, tanto lavoro e poche chiacchiere. Il buon Pasquale, aquilano di Trasacco, classe 1950, pluri-scudettato, uomo intelligente, allenatore tosto e con una conoscenza del gioco dell’ovale vasta da qui a Marte, è il Maestro perfetto di tutto questo.
Terminata la sua esperienza con le Fiamme Oro, Presutti era approdato (stagione 2015/2016) ai neonati Medicei, nuovo sodalizio fiorentino nato dalle ceneri del Firenze 1931 e del titolo sportivo del (fu) Prato: il primo era retrocesso in B ma ci ha messo ossatura e struttura, il secondo, retrocesso dall’Eccellenza e in via di sparizione, ha dato alla franchigia gigliata il posto in serie A.
La scelta di Presutti come coach e director of rugby per un nuovo ed ambizioso progetto e, di conseguenza, anche l’investimento economico su un tecnico di altissimo profilo ma pronto a rimettersi in gioco da una categoria inferiore è stata, secondo me, la mossa più importante fatta dai Medicei. Infatti, con tre anni di orizzonte per salire in Eccellenza, ce l’hanno fatta in due: alla fine di quella prima stagione 2015/2016 i toscani mancarono i play off e fu promosso proprio il Reggio (chissà chi perse quella finale…) ma, l’anno successivo, toccò ai biancorossi essere promossi e passare così alla fase successiva del progetto.
Presutti, quattro scudetti e una Coppa Italia con il Petrarca da giocatore e un titolo italiano da allenatore, una semifinale e un Trofeo Eccellenza alla guida delle Fiamme Oro, è uno che, quando lo incontri sui campi da rugby, ti saluta con affetto, ti sorride cordiale anche se ha le palle girate perché ha perso (e gli girano parecchio quando perde!), ti ringrazia con il suo inconfondibile vocione e sembra sempre stupito se gli fai dei complimenti, che gira subito alla squadra. Ho già detto che lo adoro?
“Il rugby è un gioco semplice: basta passarsi il pallone e andare in meta”. (Pasquale Presutti. Frase fedelmente riportata da qualcuno a cui l’ha detta!)
(Foto principale: dopo la vittoria sul Petrarca, di Daniele Bettazzi, che ringrazio moltissimo per la disponibilità. Foto di gioco: da Valorugby-Medicei del 26/01/2019, grazie a I Medicei e all’autrice Cristina Marconcini per FirenzeViolaSuperSport. Carriera: da wikipedia)
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